Palingenesi Metropolitane
Edoardo Piva, Trung Anh Vu, Alfredo Vinti
4-5-6 maggio 2012
Spazio Ad Libitum - Docks Dora
via Valprato 68 Torino
4-5-6 maggio 2012
Spazio Ad Libitum - Docks Dora
via Valprato 68 Torino
A cura di Spazio Ferramenta
In collaborazione con Spazio Ad Libitum
Spazio Ferramenta inaugura una nuova collaborazione che sancisce la volontà di essere tra i protagonisti delle trasformazioni contemporanee e raccoglie l’invito a curare una piccola collettiva all’interno del neonato Spazio Ad Libitum, in occasione delle celebrazioni del Centenario dei Docks Dora.
Negli anni più recenti della nostra storia sociale i cambiamenti sono sempre più radicali, le invenzioni tecnologiche si susseguono e siamo abituati a sostituire oggetti, stili, abitudini in tempi rapidi. Gli attuali scenari economici influenzano le già brusche variazioni del mercato del lavoro, le trasformazioni del sistema scolastico e del welfare, imponendo ritmi serrati e reazioni sempre più repentine ai cambiamenti imposti. Ma cosa succede agli spazi, ai luoghi sui quali si riflettono le più o meno graduali metamorfosi sociali e industriali?
Indubbiamente le città e gli spazi urbani sono i termometri delle alterazioni in atto, ma vi sono interstizi periferici, profili semi-celati nei quali le trasformazioni vivono seguendo ritmi scanditi da tempi diversi, unici. Ci sono luoghi che alternano momenti di splendore a periodi di difficoltà; apparentemente sopiti brulicano di attività silenziose, sotterranee. È ciò che è capitato ai Docks Dora che nel corso di un secolo hanno vissuto picchi di visibilità e anni di nebbia, sospesi nella dimensione spaziotemporale di un quartiere in continuo mutamento.
“Chi si ferma è perduto”. Ma chi si ferma è davvero perduto? O si riposa? O pensa? O si prepara? Cosa fa chi si ferma? Cosa è successo di Docks Dora negli ultimi anni? Chi li vive?
Per interpretare il cambiamento dei Docks Dora, Spazio Ferramenta sceglie tre progetti artistici, tre indagini estetiche che rappresentano le diverse reazioni alla stasi apparente che ha caratterizzato gli ultimi anni del fabbricato industriale: a prima vista sopito, in realtà incostante e assolutamente dinamico.
C’è l’installazione del giovane Trung Anh Vu: Fly in dreams, un braccio in ferro saldato (quasi una celebrazione della vocazione industriale originaria dei Docks) poggia su un’umile brandina (il sonno, il torpore, ma anche un periodo di letargo, di ristoro). In una risoluta antitesi simbolica ed estetica, si contrappongono al ferro, al gelo della materia, all’ansia dei brandelli di corpo scuro, soffici piume, morbidezza e candore, calore e conforto.
Ci sono gli scatti di Edoardo Piva (Torino, 1977): A-toxic una serie fotografica nata per il progetto Il Futuro del Mondo Passa da Qui, poetico reportage di una delle periferie urbane più difficili di Torino, il cosiddetto “toxic park”, che dietro l’obiettivo del fotografo diventa giardino onirico, eterea armonia di un ferita urbana in cui tace, non svelato, l’inatteso.
Infine ci sono quattro istantanee provenienti dalla serie fotografica A passo d’uomo di Alfredo Vinti scattate presso l’Italcementi di Cividale, storico cementificio, oggi demolito, la cui storia si è legata inevitabilmente alla narrazione sociale di un’intera classe di lavoratori e cittadini.
In Palingenesi metropolitane ci sono il torpore, la periferia urbana, l’archeologia industriale. Soprattutto c’è il cambiamento, un attimo prima che si realizzi, nell’istante a partire dal quale nulla sarà come prima. I tre lavori afferrano e rappresentano il momento esatto in cui la trasformazione accade, si concretizza. Un istante solo, impossibile da cogliere. Lo fissano, lo prendono, lo cercano. Nella consapevolezza di non poterlo realmente fermare, nell’impossibilità della rappresentazione, narrandone un frammento. Perché è nei frammenti che si concretizza il cambiamento.
Edoardo Piva (Torino, 1977), diplomato presso l’Istituto Europeo di Design di Torino dove insegna Still life, è fotografo di scena del Teatro Regio di Torino dal 2000 al fianco di Alberto Ramella e freelance dal 2003.
Alfredo Vinti (Cividale del Friuli, 1973), coltiva la sua grande passione, la fotografia, dapprima come autodidatta e poi seguendo i corsi di Alberto Moretti, nel 2011 tiene la sua prima personale A passo d’uomo allo spazio culturale Navel.
Trung Anh Vu (Vietnam, 1980), diplomato all’Accademia delle Belle Arti di Torino, ha esposto a PARCO (Casier, Tv) e presso la Galleria Tonin di Torino. A settembre Spazio Ferramenta ha inaugurato con un suo lavoro il progetto Spazio Ferramenta OFF.
Trung Anh Vu inaugurerà la sua prima personale a Spazio Ferramenta il 29 maggio.
La mostra si inserirà all’interno del ciclo espositivo Studio Visit, dedicato agli artisti emergenti.